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Osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale presentato da IRICAV 2 nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa al Progetto definitivo della Cassa di espansione sul torrente Onte (IN04), attinente al Progetto linea AV/AC Verona – Padova. 2^ lotto funzionale: Attraversamento di Vicenza.

OSSERVAZIONI  

allo Studio di Impatto Ambientale presentato da IRICAV 2 nella procedura di  Valutazione di Impatto Ambientale relativa al Progetto definitivo della Cassa di  espansione sul torrente Onte (IN04), attinente al Progetto linea AV/AC Verona –  Padova. 2^ lotto funzionale: Attraversamento di Vicenza  

di ITALIA NOSTRA A.P.S. rappresentata dalla Presidente della Sezione di Vicenza  avv. Mariagrazia Pegoraro  

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OSSERVAZIONE 1  

Lo sbarramento previsto dal progetto interessa tutta la sezione della valle dell’Onte,  da un versante all’altro, a differenza del bacino di Trissino citato nella Relazione  generale, alle pagg. 37 e 38, che interessa solo l’alveo fluviale del Torrente Agno.  Pertanto il bacino di espansione del torrente Onte consiste in una diga in terra e in  quanto tale va sottoposto alla disciplina del DM 26.06.2014  

OSSERVAZIONE 2  

Tutte le verifiche di carattere idraulico delle opere principali in progetto sono state  condotte assumendo come piena critica quella generata da precipitazioni di durata  pari a 24 ore e con tempo di ritorno di 100 anni. Può essere che questa piena sia  l’evento critico da considerare, ma, diversamente da quanto sarebbe stato  opportuno, negli elaborati esaminati non si riporta alcuna dimostrazione che  comprovi la correttezza dell’assunzione. A tal fine sarebbe stato necessario che per  ciascuna delle piene esaminate, generate da precipitazioni di durata variabile e con  lo stesso tempo di ritorno, si determinassero le dimensioni degli scarichi della cassa  di espansione che comportano il completo esaurimento del volume di invaso  disponibile (660.000 m3), valutando per la massima portata scaricata a valle della  cassa di espansione, senza causare sfiori attraverso lo scarico superficiale. Solo a  valle di una tale analisi si sarebbe potuto oggettivamente individuare, da una parte la piena da considerare critica per la cassa di espansione, dall’altra le dimensioni da  assegnare alle luci degli scarichi di fondo per il migliore funzionamento dell’invaso. 

OSSERVAZIONE 3  

Le dimensioni delle due luci che costituiscono gli scarichi di fondo della cassa di  espansione (in fase di esercizio 2,65 x 1,40 m2 per ciascuna luce), con il massimo  invaso che si realizza per la piena critica (generata, come si è detto, da  precipitazioni con tempo di ritorno 100 anni e durata pari a 24 ore) comportano a  valle di via Vigo una riduzione di soli 10 m3/s della portata massima di detta piena  critica. Il colmo della piena si ridurrebbe, infatti, da poco meno di 40 m3/s a poco  meno di 30 m3/s. Un beneficio modesto, se si considera che più a valle, all’altezza  del ponte fra Sovizzo e Creazzo sul fiume Retrone, il colmo della piena centenaria  critica si ridurrebbe secondo i calcoli da 73 m3/s a 63 m3/s. Un beneficio di  mitigazione in termini di quota idrometrica e di estensione delle aree allagate per il  territorio adiacente al fiume Retrone che non è dimostrato, ma che sicuramente ai  fini pratici non può essere considerato significativo per il territorio stesso, volendo  ragionare intorno agli effetti idraulici causati dall’inserimento delle opere previste per  la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità.  

OSSERVAZIONE 4  

Fra le ipotesi considerate nel funzionamento della cassa di espansione si considera  negli elaborati quella della completa ostruzione di una delle sue due luci di scarico  della cassa di espansione. Un’ipotesi che, tenuto conto delle modeste dimensioni  delle luci (2,65 m x 1,40 m), non è sicuramente remota, poiché in fase di piena il  materiale galleggiante, costituito da alberi e arbusti sradicati nel bacino a monte del  torrente Onte e trascinato verso valle dalla corrente, facilmente potrebbe arrestarsi  contro la traversa di sbarramento, occludendo le luci di scarico. Più facilmente il  fenomeno può verificarsi nella fase iniziale di riempimento della cassa di espansione, quando la corrente può trascinare più facilmente il materiale  galleggiante fino a ridosso delle strutture di scarico.  

In via cautelativa nel dimensionamento dello scarico di superficie della traversa  sarebbe probabilmente stato opportuno considerare la possibilità che entrambe le  luci di scarico potessero venire ostruite dal materiale galleggiante trascinato dalla  corrente. Tanto più che non sembrano essere state previste opere specifiche per  evitare che il suddetto materiale, trascinato dalla corrente, vada ad ostruire  entrambe le luci di scarico. Per ragioni di sicurezza della traversa e per un  contenimento certo dei massimi livelli idrici nella cassa, lo sfioratore di superficie si  sarebbe dovuto dimensionare in modo da far defluire a valle tutta la portata al colmo  della piena critica, a garanzia del mantenimento del franco idraulico.  

OSSERVAZIONE 5  

Accanto all’ipotesi proposta per la cassa di espansione, nella relazione progettuale  e in quella idrologico-idraulica di accompagnamento si considerano delle soluzioni  alternative, in modo da supportare la validità della scelta operata, dimostrando che  fra tutte le soluzioni proponibili come intervento di mitigazione quella indicata è la  soluzione migliore. Nello specifico sono state esaminati gli effetti di due altre  soluzioni, che sembra però arduo definire “alternative”.  

Si tratta infatti sostanzialmente in tutti e tre i casi della stessa soluzione,  contemplando banalmente una semplice variazione, oltretutto modesta, del volume  di invaso della cassa di espansione. Per tutte le soluzioni indagate il concetto  idraulico applicato è quello della moderazione del colmo della piena critica mediante  trattenuta temporanea del colmo stesso entro un invaso appositamente predisposto.  Con la prima soluzione cosiddetta “alternativa” esaminata si riprende di fatto la  soluzione del Progetto Preliminare del 2007, che comporta un incremento del  volume invasato da 660.000 m3 a 685.000 m3 che comporta una portata massima scaricata immediatamente a valle della traversa di 24,2 m3/s, a fronte di una portata  massima della soluzione scelta di 21.2 m3/s. Come conseguenza il livello massimo  raggiunto nella cassa salirebbe secondo i calcoli dai 43,67 m s.m. della soluzione  progettuale proposta ai 43,8 m s.m. della soluzione alternativa. Variazioni da  calligrafo, ma di nessun significato ingegneristico.  

La seconda soluzione “alternativa” illustrata differisce dalla soluzione di progetto  proposta per il fatto di non prevedere scavi né in destra né in sinistra idrografica del  torrente Onte. Si considera quindi una soluzione che contempla lo stesso criterio  sistematorio della proposta progettuale, ovvero mitigare il colmo della piena critica in  arrivo da monte mediante una sua trattenuta temporanea entro un invaso  appositamente predisposto. In questo caso però il volume invasato in occasione  della piena centenaria critica si ridurrebbe dai 660.000 m3 della soluzione di  progetto ai circa 540.000 m3 della seconda soluzione alternativa, con una portata  massima scaricata immediatamente a valle della traversa di regolazione di circa  24.7 m3/s e un livello massimo nella cassa di 43.8 m s.m., sempre facendo fede ai  calcoli. Ingegneristicamente parlando effetti non diversi da quelli precedentemente  richiamati.  

In realtà sarebbe stato opportuno un confronto fra soluzioni significativamente  diverse fra loro, ispirate a criteri sistematori diversi da quello, pur valido, della  moderazione dei colmi di piena mediante trattenuta temporanea dei colmi di piena.  Di fatto sono state confrontate soluzioni che contemplano la realizzazione di  un’opera nello stesso luogo e praticamente con la stessa capacità di trattenuta.  

Sarebbe stato più significativo soprattutto pensare a soluzioni ispirate ad altri criteri  di sistemazione fra quelli adottabili per risolvere gli effetti idraulici negativi creati  dall’inserimento nel territorio delle opere previste dalla realizzazione della linea  ferroviaria dell’Alta Velocità.   

OSSERVAZIONE 6  

Rispetto alla dimostrata mitigazione degli effetti idraulici negativi sul territorio che la  realizzazione della cassa di espansione comporta, si rileva che nei documenti  esaminati l’attenzione al riguardo è rivolta soprattutto ai luoghi destinati ad  accogliere l’invaso.  

Si evidenzia, in particolare, con un buon dettaglio attraverso quali provvedimenti si  procederà alla soluzione delle criticità che la realizzazione della cassa di  espansione comporterà nel territorio destinato ad accoglierla.  

Poiché la cassa di espansione è “prevista come opera di compensazione e  mitigazione delle opere ferroviarie e accessorie del ‘Lotto Funzionale 2:  attraversamento di Vicenza’ della Linea AV/AC Verona-Padova” sarebbe forse stato  opportuno che fossero illustrati anche gli effetti sul territorio attraversato dal corso  del fiume Retrone a valle della confluenza del torrente Onte, evidenziando i benefici  dell’opera in progetto nella soluzione delle criticità idrauliche che l’inserimento della  linea ferroviaria potrebbe comportare per il territorio stesso. In termini idraulici  ridurre la portata in arrivo al Retrone dal torrente Onte di 10 m3/s nel caso della  piena definita critica non può comportare benefici significativi delle quote  idrometriche massime né del fiume né del sistema Retrone Bacchiglione.  

In tal senso, vista l’implementazione di un modello matematico in grado di  rappresentare il comportamento idraulico sia del fiume Retrone sia del territorio ad  esso adiacente in occasione delle piene, sarebbe stato significativo confrontare fra  loro la situazione attuale e quella in progetto, valutando i benefici derivanti dalla  riduzione di 10 m3/s sulle quote idrometriche e sull’estensione degli allagamenti al  passaggio dei colmi di piena critici del fiume.  

Senza eseguire calcoli, si ritiene comunque di poter affermare che una tale  riduzione di portata (10 m3/s) non comporta differenze di un qualche significato né in termini di quote massime raggiunte né in termini di estensione degli allagamenti  prodotti sul territorio, per cui si potrebbe affermare che gli effetti di mitigazione sono  nulli.  

OSSERVAZIONE 7  

La relazione illustrativa presenta evidenti contraddizioni circa lo scopo della  realizzazione della cassa di espansione.  

Nella Premessa, a pag. 5, si dichiara che: “la Cassa sul Torrente Onte è un’opera  meramente compensativa a servizio della collettività, funzionalmente indipendente  e sconnessa dalle restanti opere afferenti al secondo Lotto Funzionale.  L’esecuzione (…) può quindi essere rinviata ad una fase successiva (…)”. 

A pag. 9, al paragrafo 2.1, si scrive invece che: “La cassa di espansione (…)  rappresenta un’opera di compensazione e mitigazione delle opere ferroviarie e  connesse del 2° Lotto Funzionale “Attraversamento di Vicenza”.  A pag. 11, al paragrafo 3.1, si scrive ancora che: “La cassa di espansione (…), funzionale alla realizzazione della linea ferroviaria (…)”.  

A pag. 12, al paragrafo 3.2, si riporta il testo della prescrizione Pr. 40 della Delibera  Cipe: “A titolo di misura di compensazione ambientale e idraulica, date le ingenti  opere previste all’interno del territorio (…)”  

A pag. 14, al paragrafo 3.2.1, si scrive: “Il volume messo a disposizione della cassa  di espansione (…) e in grado di compensare le riduzioni di volume di  allagamento diretto da parte del Retrone, per effetto dei nuovi rilevati della linea  AV/AC e di mitigare, seppure in modo modesto, la pericolosità in ZI di Vicenza  (…)”.  

Lo stesso raddoppio della capacità di invaso previsto dal progetto definitivo rispetto  al progetto della Regione è un elemento che dimostra come l’opera sia funzionale  alla linea TAV e non una mera compensazione.  

In conclusione, la definizione di opera “meramente compensativa” e pertanto  suscettibile di essere realizzata in una fase successiva rispetto alla linea AV/AC è  ripetutamente smentita per ben quattro volte, di cui una da parte del CIPE.  Le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni dell’Autorità di bacino  distrettuale delle Alpi Orientali, elaborati AE15_PI e AE16_PI, aggiornate  rispettivamente al dicembre 2021 e al gennaio 2023, indicano che la bassa Valle del  Torrente Onte e la contigua bassa valle del Torrente Valdiezza, i cui corsi d’acqua si  riuniscono a NE di Sovizzo dando luogo al fiume Retrone, presentano per tutta la  loro lunghezza rischio idraulico. Tale rischio si estende al tratto fluviale del fiume  Retrone, che attraversa il comune di Creazzo e il comune della città di Vicenza.  Gli elaborati AE15_RI e AR16_RI, mostrano che nei territori descritti sopra il rischio  è moderato (R1) e medio (R2) senza soluzione di continuità fino all’interno della città  di Vicenza. Tuttavia, nel territorio dei comuni di Creazzo e di Vicenza, densamente  abitati, compaiono anche ampie zone classificate come a rischio elevato (R3), che  oltre a danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture, comporta anche possibili  problemi per l’incolumità delle persone.  

Infatti, nell’Allegato 1 “Aggiornamento e revisione del Piano di Gestione del Rischio  di Alluvioni”, viene definito Rischio il prodotto della Pericolosità per la Vulnerabilità  per l’Esposizione o Valore esposto (R = P x V x E).  

Nello stesso allegato, al capitolo 5 “I cambiamenti climatici” si stima che durante il  XXI secolo avverrà un significativo incremento delle intensità delle precipitazioni nel  periodo autunnale.  

Poiché come riconosciuto da IRICAV nel documento citato all’inizio (SIA) i nuovi  rilevati della linea AV/AC produrranno la riduzione del volume di allagamento diretto  del Retrone, è evidente che questo aumenterà il Pericolo idraulico dei territori dei comuni di Creazzo e Vicenza (ovest) e conseguentemente il Rischio, essendo  questi territori densissimamente urbanizzati e infrastrutturati.  

La realizzazione della cassa di espansione dell’Onte deve necessariamente  precedere i lavori della linea AV/AC.  

OSSERVAZIONE 8  

E’ generica la “Sintesi significatività degli impatti ambientali” riportata nella  Relazione illustrativa al paragrafo 7, in particolare rispetto alla modifica dell’assetto  geomorfologico (pagg. 153-154).  

Al quarto punto è scritto: “poco probabile, in termini di “probabilità”, in quanto per  tale modifica, a fronte delle verifiche e approfondimenti che saranno condotti nella  successiva fase di progettazione, saranno opportunamente definiti gli  “accorgimenti” progettuali atti a garantire la continuità morfologica dell’area”.  

La frase non è chiara. La continuità morfologica dell’area è alterata soprattutto dalle  dimensioni della sopraelevazione della Via Vigo, che è un dato di fatto non  modificabile da “accorgimenti” in corso di esecuzione.  

Riguardo alla reversibilità nel breve periodo, si obietta che la sopraelevazione di 2  m della via Vigo rimarrà per sempre, modificando la percezione visiva della vallata  dal fondovalle e dalla strada S.P. 35 sia da monte che da valle. Sull’analisi della  intervisibilità e della percezione nella Relazione Illustrativa, a pag. 100, viene scritto  che l’opera “costituirà un elemento di frammentazione della percezione da Via  Gavasso”.  

A pag. 146 della medesima Relazione Illustrativa è scritto (al paragrafo 6.9.3):  “Analisi delle potenziali interferenze in fase di esercizio. Modificazione della  morfologia dei luoghi. Gli interventi previsti comportano alcuni effetti fisici  inevitabili, quali ad esempio la sopraelevazione per la sicurezza idraulica di Via  Vigo, la deviazione del tratto a monte della stessa Via Vigo del torrente Onte, l’abbassamento della quota del piano campagna per la creazione dell’invaso,  l’arginatura prossima al versante ovest. Nonostante tali modifiche siano di entità  maggiore rispetto al precedente progetto preliminare, sono comunque compatibili  con il conteso paesaggistico di riferimento.  

Modificazione dell’assetto agricolo e vegetazionale. La perturbazione prevista  in fase di cantiere si prevede possa diminuire in fase di esercizio, in quanto una  parte del terreno agricolo e vegetazionale inagibile durante la fase di realizzazione  dell’opera potrà verosimilmente tornare ad essere utilizzata, nella fascia adiacente  del nuovo tracciato viario.  

Modificazione dell’assetto percettivo, scenico e panoramico. Nell’economica  complessiva dell’immagine paesaggistica questi interventi, pur introducendo  modifiche maggiori rispetto la precedente soluzione all’attuale assetto e rinforzando  alcuni elementi formali, non alterano la struttura dell’immagine paesaggistica e i suoi  tratti connotanti. Pertanto, gli effetti conseguenti all’opera possono essere  considerati moderati nel complesso e compatibili con il contesto paesaggistico, pur  introducendo modifiche morfologiche alla situazione attuale e comportando lievi  modifiche percettive in termini di frammentazione da alcuni itinerari di fruizione.”  

La Relazione Illustrativa dello Studio di Impatto Ambientale, rispetto al punto quarto  relativo alla modifica dell’assetto geomorfologico, è pertanto incompleta perché  omette di effettuare verifiche e approfondimenti e li rinvia “alla successiva fase di  progettazione”, pertanto alla fase del progetto esecutivo, prevedendo perciò di  definire “gli “accorgimenti” progettuali atti a garantire la continuità morfologica  dell’area” solo in sede di progetto esecutivo, eludendo in tal modo il disposto della  sentenza del TAR Lazio n. 15136 depositata il 24.7.2024 che ha annullato il  progetto definitivo perché veniva rinviata alla fase del progetto esecutivo ogni valutazione e opera di mitigazione in relazione agli impatti ambientali derivanti dal  bacino di espansione dell’Onte.  

* * *  

Per quanto sopra si chiede:  

1) che per il progetto definitivo della Cassa di espansione sul torrente Onte venga  applicata la disciplina del DM 26.06.2014;  

2) che venga disposto nel corso della procedura di VIA l’effettuazione di verifiche e  di approfondimenti anche rispetto a quanto osservato con le suddette osservazioni,  con l’individuazione degli “accorgimenti” atti a garantire la continuità morfologica  dell’area interessata dal costruendo bacino;  

3) che l’eventuale valutazione di compatibilità ambientale sia sottoposta alla  condizione che la realizzazione della cassa di espansione sul torrente Onte venga  realizzata prima dell’inizio dei lavori per la linea AV/AC.  

Vicenza, 14 aprile 2025 ITALIA NOSTRA APS – Sezione di Vicenza   La Presidente Avv. Mariagrazia Pegoraro    

 

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